Il matcha o maccha, ossia “tè sfregato”, è una varietà di te verde originaria della Cina imperiale usata nella dinastia Sui, finemente lavorata e usata principalmente nella tradizionale cerimonia del tè.

Il tè verde, molto conosciuto per i suoi effetti benefici sull’organismo umano e soprattutto per la sua azione antiossidante, si ottiene sottoponendo le foglie di tè a un processo termico detto “stabilizzazione” – che può essere eseguito con calore secco (tostatura) o calore umido (vaporizzatura) – che inibisce gli enzimi responsabili dell’ossidazione e permette quindi alle foglie di mantenere il caratteristico colore verde (l’ossidazione è una reazione chimica che avviene spontaneamente nelle foglie di tè, scurendone il colore come per il te nero).
Il tè verde viene anche definito “non fermentato” poiché non viene sottoposto a fermentazione.
Nella lavorazione del te matcha le foglie del te verde vengono cotte al vapore, asciugate e ridotte in polvere finissima; ce ne sono due tipi, il koicha (spesso) che proviene da piante di età superiore a 30 anni, e l’usucha (sottile) che proviene da piante di età inferiore ai 30 anni.
Il tè matcha è una varietà di tè verde che i coltivatori giapponesi fanno crescere a riparo dal sole e le cui foglie vengono raccolte a mano e poi trasformate in polvere attraverso l’utilizzo di mulini in pietra. Proprio grazie a questa lavorazione, il tè matcha – pregiatissimo – si presenta in polvere molto fine e profumata di un intenso color verde smeraldo ed è particolarmente ricco di vitamine, sali minerali, clorofilla e carotene.

Un te dalle grandi proprietà
Il tè matcha, o tè verde giapponese, ha proprietà antiossidanti superiori rispetto a quelle di qualsiasi altro tè verde. Recenti studi hanno infatti dimostrato che le foglie di tè matcha conterrebbero 137 volte il contenuto di antiossidanti del normale tè verde, polifenoli e diversi aminoacidi, che riducono lo stress fisico e psicologico, e l’acido glutammico che agisce sul sistema nervoso centrale.
Questa polvere viene ottenuta dalle foglie – interamente presenti nella bevanda e nella polvere – della migliore qualità di Gyokuro sbriciolate in appositi frantoi. La modalità di preparazione di tè matcha – per sospensione e non per infuso (la polvere, infatti, viene unita in una larga ciotola all’acqua) – gli conferisce una maggiore concentrazione di sostanze rispetto all’usuale infusione.
In particolare, il tè matcha è ricco di vitamine B1, B2 e C, beta-carotene, sali minerali, polifenoli e caffeina, che favorisce uno stato di vigile attenzione. Al pari dei monaci buddisti che lo utilizzavano durante la meditazione, allora, un po’ di tè matcha vi farà rimanere belli svegli, ma attenzione se siete particolarmente sensibili alla caffeina!

Le altre tipologie di te verde
Bancha

è un te verden ricavato dall’ultimo raccolto che ha luogo in ottobre. Il bancha è il tè verde comune per i giapponesi; esso è raccolto dalla stessa pianta che dà la qualità sencha, però è colto più tardi, cosa che gli conferisce una qualità inferiore sul mercato. È considerata la più leggera qualità di tè verde. Il suo sapore è unico, ha un marcato odore di paglia.
Sencha

tè verde giapponese la cui raccolta avviene solo nel mese di maggio e giugno. Dopo diversi procedimenti di lavorazione, le foglie subiscono diverse manipolazioni, fino ad assumere l’aspetto caratteristico. L’infuso di colore verde chiaro ha un sapore fresco e amarognolo. È il tè verde più diffuso in Giappone.
La cerimonia del te

Il Cha no yu (ossia “acqua calda per i te”), conosciuto in Occidente anche come “cerimonia del tè”, è un rito sociale e spirituale praticato in Cina e Giappone.
È una delle arti tradizionali zen più note. Questa cerimonia e pratica spirituale può essere svolta secondo stili e forme diverse.
Per le caratteristiche di intimità e profondità previste dalla cerimonia, è consuetudine che il rito si svolga in una stanza piccola e appositamente predisposta, denominata Cha Shitsu (letteralmente “casa del tè).
L’arredamento è essenziale, proprio a voler richiamare l’abbandono di ogni forma superflua terrena, per elevarsi ad un livello spirituale più alto. Ogni elemento della stanza si fonde in perfetta sintonia con l’ambiente circostante e con coloro che prendono parte alla cerimonia.
La luce è soffusa, regna il silenzio e l’atmosfera che viene a crearsi si ammanta di un fascino particolare e unico.
Durante la preparazione il te a seguito dello sbattimento dell’acqua col frullino durante la preparazione, si ricopre di una sottile schiuma di una tonalità particolarmente piacevole. Il matcha viene mescolato all’acqua calda con l’apposito frullino di bambù detto chasen, creando non un’infusione ma una sospensione, ovvero la polvere del te non si distoglie nell’acqua ma viene bevuta insieme.
Le quattro fasi della cerimonia del te

In un susseguirsi di gesti, passaggi ben precisi e meditazione, la cerimonia del tè si articola in quattro momenti distinti:
- Kaiseki: il pasto leggero che si consuma prima del tè.
- Koicha: il momento in cui gli ospiti, singolarmente, contemplano la tazza di tè che gli viene porta dal maestro cerimoniale, ne ammirano e gustano il contenuto a piccoli sorsi, prima di porgerla all’ospite vicino.
- Usucha: la fase in cui gli ospiti bevono tutta la tazza di tè che gli viene offerta, ne asciugano i bordi con un tovagliolo e la restituiscono al maestro. Egli, a sua volta, procederà a lavarla e asciugarla, prima di porgerla all’ospite successivo.
- Teishu: la parte finale della cerimonia, in cui l’ospite ritorna alla posizione iniziale, si inchina fino al pavimento assieme agli altri partecipanti, esce dalla stanza e richiude dietro di sé la porta scorrevole.